Degher, mi chiamano così gli amici musicisti. Ma il mio nome in greco significa “istruito” come se, fin dall’origine, fosse segnato il mio cammino dedicato all’istruzione.
Cerco sempre dei collegamenti tra ambiti e discipline apparentemente lontane: yoga e cristianesimo, musica e fabbrica, cultura e abbandono scolastico, lavorando sulle unicità che ci possono arricchire.
Sono coinvolto in diverse società: Associazione AEF per la formazione professionale, Fondazione Istituto Tecnico Superiore nel turismo, Fondazione Galdus con imprese di vari settori per l’inserimento di giovani e meno giovani nel mondo del lavoro, Fondazione Accademia di Musica Sacra, Asilo Mariuccia per accogliere minori abbandonati…
In Africa, dopo un passaggio in India per yoga e meditazione, ho conosciuto Eleonora che poi ho sposato a Milano. Nella metropoli meneghina mi sposto in bicicletta per le vie dove è cresciuta la mia storia personale e professionale, ma per lavoro non esito a volare a Mosca, Gerusalemme, Madrid…
Gli anni corrono e mi dicono che ne ho già compiuti 50. Con il ritmo scandito da famiglia, lavoro, musica e sane camminate in montagna, non me ne sono accorto.